Responsabile scientifico Daniele Terranova
TRA-DIRE e FARE.
La proposta gruppo-antropoanalitica
Dire e fare, parola e azione, sono qui assunti come due polarità semantiche esemplificative di un medesimo movimento o discorso. La nostra teoria, “mettendosi in azione” nei precipui modi di intendere ed esercitare quella che comunemente chiamiamo prassi clinica, trova in quest’ultima non solo la sua possibilità, ma anche il suo limite e il suo eventuale e occasionale oltrepassamento. “L’esercizio clinico”, quale prassi ermeneutica, si rappresenta come quel movimento complessivo emergente dal dialogo fra i due termini. Se condividiamo questa generale proposizione introduttiva, “la proposta gruppo-antropoanalitica” non può che nutrirsi degli effetti di ricaduta e di ritorno che l’incontro con l’altro inevitabilmente comporta, quali esiti e resti potenzialmente alterificanti la stessa teoria e i suoi interpreti.
È questo il senso degli incontri proposti, un senso che si compie attraverso un gioco dialogico.
Il compiersi di un tra-dire che si realizza sia nel convivio, quale nostro essere fra le parole dell’altro, sia nel tradimento delle nostre proposizioni di partenza, che l’essere-con-l’altro inevitabilmente comporta. L’esercizio clinico ci richiama quindi ad una particolare etica della responsabilità, a “fare il punto della situazione”, facendo incessantemente i conti con la nostra tradizione e con la fede che riponiamo nelle nostre proposizioni, e nondimeno con l’effetto di rimbalzo di queste sul nostro microcosmo. Questo esercizio aspira ad un duplice fine: mettere a nostro servizio la tradizione teorica sottraendoci dall’essere noi stessi, per quanto possibile, a servizio delle nostre appartenenze; garantire il cammino della nostra associazione come gruppo in formazione nell’ambito delle pratiche psicoanalitiche.
La nostra associazione si compone tradizionalmente di più sezioni, ognuna portatrice di una propria genealogia e specificità culturale. Il ciclo nazionale di seminari che interesseranno il biennio 2021-2022 rappresenta un modo per dar voce a questa polifonia. Gli appuntamenti seminariali proposti nel calendario verranno arricchiti nel corso del biennio formativo, si configura pertanto un programma aperto alle diverse proposte che via via emergeranno dal nostro discorso (Daniele Terranova).
PROGRAMMA
CALENDARIO SCIENTIFICO NAZIONALE
Sgai sezione di Roma (a cura di Rosita Ghidelli)
Venerdì 10 settembre, ore 10-13,30
Relatori: Duccio Demetrio, Roberto Scanarotti (con Rosita Ghidelli e Maria Pina Santoro)
Dialogare con se stessi, dialogare con l’altro. Il lavoro trasformativo dell’Autobiografia
Abstract: Come nasce, prende forma e si sviluppa una Autobiografia? In uno spazio potenziale, aperto all’interno della storia del soggetto, si dipana la narrazione di un percorso esistenziale. Prendere coscienza, ripercorrere la propria vita, ascoltandone riconoscendo la propria voce, le voci degli altri che di questa storia sono entrati a far parte, la “voce dell’altro dentro di sé” che così spesso si sovrappone si confonde con la nostra, tradurre queste voci in parole, costruire uno spazio per un dialogo tra queste voci. Avventurarsi nella fatica – e nel rischio – di definire nella forma permanente e riconoscibile della parola scritta la volatile provvisorietà del e dei pensieri. Accreditare validità al proprio percorso, riconoscendolo degno di una narrazione, conferendo al dialogo interiore uno statuto di testimonianza. Questo spazio dialogico, potenzialmente assai complesso, si configura come uno “spazio transizionale”, a valenza trasformativa, dove ricordi ed eventi, ma anche affetti, emozioni, pensieri e personaggi stereotipi, possono interagire producendo itinerari elaborativi, processi di riconoscimento e percorsi di integrazione. Quale potrà essere, poi, il valore riparativo per il sé di questo avventuroso lavoro della memoria?
Presentazione del libro di Luciano Di Gregorio
“Il desiderio di essere come gli altri. Ossessione identitaria e omologazione sociale ai tempi del Covid 19”
Sabato 9 ottobre, 9.30-12.30
L’autore Luciano Di Gregorio discute dei temi del libro con l’ospite Nicolo Terminio
Abstract: Il libro di Luciano Di Gregorio, pur contestualizzato nell’epoca del Covid e sul versante di una sua strisciante e progressiva deriva omologante, ripropone il tema per noi fondamentale dell’identità, da sempre al centro della riflessione teorica della Sgai, che ne ha sempre sostenuto i faticosi attraversamenti trasformativi come risorsa del pensiero e della nostra clinica antropo-gruppoanalitica. Questi stessi seminari 2021, ultima tappa di questo movimento sempre in corso dentro di noi e tra noi, ne sono in fondo la più viva testimonianza: il loro obiettivo è infatti riflettere e condividere il tema di chi siamo diventati e di chi vogliamo diventare, attraverso il confronto aperto e paritario tra le nostre sezioni, con la prospettiva, focalizzata nel 2021 ma col pensiero al vicino 2022, di presentarci al dialogo col mondo esterno forti di una consapevolezza e propositività riacquisita. Il libro di Luciano Di Gregorio è quindi una opportunità di rilattraversare e ricondividere il tema identitario di fronte agli “attentati” che l’incontro col mondo comporta, in termini sia di rischi di omologazione sia, sperabilmente, di opportunità trasformative.
Sgai sezione di Torino (a cura di Valentina Brollo, Ignazio Curreli)
Sabato 13 novembre, ore 10-13,30
Relatore: Federico Leoni
Hermes. Il linguaggio come mucchio di sassi
Abstract: L’altare del dio greco Hermes sorgeva di solito in un Incrocio di strade. Un umile mucchio di pietre. Erano parole: Hermes era il dio dei discorso. Erano cose da scambiare in viaggio: Hermes era il dio dei commerci. Erano sassi, nient’altro: Hermes era il dio dei sotterfugi, delle fregature. E così, ritroviamo sotto l’egida di un unico geniale furfante tutte quelle attività che in suo omaggio chiamiamo “ermeneutiche”. Ed ermeneutica è il buon uso delle menzogne, dei fraintendimenti, delle infedeltà, delle invenzioni che incontriamo e costruiamo e scambiamo attraversando la foresta dei segni e delle parole.
Sgai sezione di Napoli (a cura di Fabio Capretto)
Sabato 23 ottobre 2021, ore 10-16,30
Aspettando l’alba. Quale spazio per la “speranza” nell’ ottica e nella pratica antropo-gruppoanalitica?
Relatore: Francesco Pieroni
Abstract: La cultura dominante sembra aver tolto dal suo dizionario il concetto di “speranza”. La rappresentazione del futuro nell’orizzonte dell’esistenza è monopolizzato dalle cosiddette passioni tristi: rabbia, frustrazione, non senso… Né sono rimedio a questa visione fosca del futuro, le conquiste della tecnologia, che restano strutturalmente estranee agli interrogativi e alla esigenza di senso dell’esistenza. Talvolta la stessa prassi psicoanalitica sembra correre il rischio di saziarsi nella descrizione, magari elegante e fascinosa, della catastrofe, piuttosto che nella ricerca di prospettive ricostruttive o creative. Certamente l’introduzione, nella visione e nella pratica analitica, di questo sostantivo “speranza”, comporta un “salto ermeneutico” che non puo essere in toto sostenuto da paradigmi scientifici, Ma è possibile pensare e vivere senza un orizzonte di speranza?
Dalla psicoanalisi alla fondazione della gruppoanalisi. Patologia della normalità, conflitto individuale e sociale
Relatore: Lino di Ventura
Abstract: La ricerca di T. Burrow è stata ignorata e negata da Freud e dalla istituzione psicoanalitica in quanto critica rispetto ai suoi fondamenti. Burrow nel 1924 affermava: “…il sistema della psicoanalisi, infatti, è esso stesso solo una sostituzione della vita, una teoria della vita che prende il posto della vita stessa. La teoria della psicoanalisi esordisce con una premessa; la vita no. La psicoanalisi propone una soluzione; la vita è proprio la soluzione. Non è la teoria di per sé che io contesto, ma è l teoria come applicazione alla necessita della crescita umana, Dal punto di vista della teoria della psicoanalisi, il ricorso a questo strumento terapeutico nel trattamento dei disturbi nevrotici mi sembra del tutto adeguato e legittimo, ma, dal punto di vista della vita, sono giunto a ritenere l’applicazione del sistema o della teoria della psicoanalisi ai problemi delle necessita individuali, un procedimento assolutamente inutile. Naturalmente non vorrei che ciò fosse inteso come ripudio dalla teoria in quanto tale. Ove sia chiara la sua natura di espressione estrinseca, la teoria ha indubbiamente il suo posto, ma esso non si trova nell’importante relazione di un essere umano con un altro…”.
Sgai Sezione di Milano (a cura di Paola Ronchetti)
Sabato 22 gennaio 2022, ore 10 – 13,30
Formarsi formando
Relatori: Vittorina Buganza, Patrizia Mascolo, Marina Ricci, Paola Ronchetti, Paolo Tucci
Abstract: Nel dare al nostro intervento lo stesso titolo di una recente lezione tenuta da Paola Ronchetti , la Sezione milanese intende sottolineare quanto esso, nel suo alludere a una dimensione di circolarità, esprima, sintetizzandolo, il significato che attribuiamo al termine “formazione”. A tale significato risponde la scelta di proporre il nostro contributo non attraverso la voce di un singolo, bensì attraverso quella del nostro gruppo di lavoro: un gruppo di – e in – formazione continua. Gruppo che si dispone non solo ad accettare, ma soprattutto a promuovere l’esperienza della formazione intesa come trasformazione continua che può avvenire solo nella consapevolezza della complementarietà tra sé e l’Altro, tra dentro e fuori, nella ininterrotta dialettica del farsi facendo. Il processo di formazione continua a cui ci riferiamo , ben distante dall’idea di un accumulo di sapere di competenze trasmesse da chi insegna a chi apprende, è quello che compete propriamente all’ anthropos nel suo percorso esistenziale di conoscenza di sé e del mondo, conoscenza che non può che avvenire nella circolarità di rimandi stimolanti e di evocazioni reciproche. Dunque facciamo riferimento nello specifico non ad una coppia a struttura immaginaria, per cui vi è una parte- insegnante che trasmette il proprio sapere ad una parte-allieva che, in questa trasmissione, trova l’ occasione per espandere ulteriormente i propri confini, ma piuttosto a quello stato nascente per cui tale distinzione , svelandosi nel suo aspetto di potere, perde consistenza, perde forza, ed è proprio questo sottrarsi che spinge l’ uomo a produrre- o a sognare – la sua parte autentica. L’ andamento storico della denominazione della nostra Società potrebbe costituire l’occasione per immaginare un tale procedere: ad una prima fase gruppoanalitica in cui l’accento cadeva maggiormente sullo svelamento delle gruppalità interne, ne segue una seconda, quella antropoanalitica, in cui lo sguardo va oltre la distinzione soggetto- oggetto, e dunque ogni distinzione compreso quella tra parti o gruppalità interne, per rivolgersi in alto, al di sopra e aldilà delle cose stese. E’ con questo sguardo, proprio dell’ anthropos, che è è possibile cogliere l’occasione perturbante del formarsi formando.
Sgai sezione di Palermo (a cura di Emanuela Coppola)
Sabato 12 marzo 2022, ore 10 – 13,30
Contaminazione, contagio, contatto
Relatori: Emanuela Coppola, Daniela Santacolomba, Davide Torres
Il seminario è il frutto del lavoro dell’intero gruppo della Sezione palermitana, interverranno quindi tutti i suoi componenti.
Abstract: Il contributo propone una reinterpretazione dei concetti di astinenza e trasparenza in chiave antropo-gruppoanalitica. Attraverso la lettura che lo stesso Diego Napolitani avanza in alcuni stralci dei suoi scritti, i concetti di astinenza e trasparenza sembrano svincolarsi dalla componente prevalentemente tecnica a cui una parte della tradizione analitica li aveva destinati, assumendo in tal modo una valenza più squisitamente epistemico-metodologica che informa due assi portanti della relazione terapeutica: l’esperienza della mancanza (astinenza) e l’esperienza del contatto (trasparenza) da cui può emergere quel gioco di interlocuzione dialogica con cui intendiamo il lavoro analitico. Seguendo l’evolversi dei due concetti attraverso le intuizioni di autori che hanno contribuito ad esplorare i “modi” dell’astinenza e della trasparenza, si tenterà di evidenziare i punti di contatto con la teoria antropo-gruppoanalitica, fornendo narrative esemplificative tratte dalla nostra esperienza clinica e dalla esperienza del gruppo di ricerca della sezione di Palermo.