Alla fine del 1957 Fabrizio Napolitani si trasferì in Svizzera a Kreuzlingen, presso la Clinica Bellevue diretta da Ludwig Binswanger e, in questo luogo-culla della Dasein-analyse, trasformò il reparto psichiatrico a lui affidato in una comunità dove i pazienti, per lo più gravi psicotici, perdendo lo statuto di “oggetti di cura”, acquisirono in varia misura quello di soggetti capaci di parola comunicativa, di confronto riflessivo e dipartecipazione responsabile all’organizzazione della vita di comunità.
Questa esperienza fu oggetto di numerose relazioni presentate da Fabrizio Napolitani in congressi internazionali nei quali egli ebbe modo diconoscere psichiatri e psicoterapeuti interessati ai fenomeni gruppali. L’autore con cui egli ebbe modo di intessere un sodalizio di particolare intensità fu S.H. Foulkes, di cui condivise il modello teorico-metodologico e della cui Società – la Group-Analytic Society of London – divenne Socio ordinario.
Nel 1963, trasferitosi a Roma, Fabrizio Napolitani creò la prima comunità terapeutica in Italia; al concludersi dell’esperienza per sopravvenutedifficoltà ad ottenere i finanziamenti, fondò nel 1968 l’Istituto per la formazione alla Gruppo-Analisi di Roma (IGAR).
Queste esperienze pionieristiche furono intensamente condivise con il fratello Diego che, a Milano, aveva iniziato la sua attività come psichiatra e psicoanalista. Nel 1968 anche Diego Napolitani fondò due comunità terapeutiche, una in ambito privato (la “Comunità Omega”) l’altra in quello pubblico (“Villa Serena”).
Nel 1974 Diego Napolitani diede vita, con alcuni colleghi, all’Associazione Milanese di Analisti di Gruppo (AMAG) grazie alla quale ebbe modo di sviluppare la ricerca sui gruppi iniziata con il lavoro di comunità (gruppi con pazienti, gruppi con familiari, gruppi con equipe ecc). La ricerca teorica ed epistemologica venne incrementata soprattutto attraverso lo studio di alcuni autori di riferimento, quali Bion (analisi di gruppo), Slavson (analisi in gruppo), Foulkes (analisi attraverso il gruppo). Approfondendo il modello teorico-metodologico di Foulkes, Diego Napolitani ebbemodo di sviluppare in particolare il concetto di matrice, rielaborato alla luce di uno studio e di un’analisi sistematica sia dell’opera freudiana, sia diquella degli psicoanalisti delle relazioni oggettuali, con particolare riguardo a Ferenczi, Fairbairn, Guntrip, Winnicott. Attraverso questi studi e illavoro con i gruppi fu per lui possibile ribaltare l’idea di una psiche individuale a favore di una mente intrinsecamente relazionale a partire dalla relazione originaria dell’individuo con il proprio ambiente.
Una prima tappa nello sviluppo di questa ricerca venne compiuta nel 1980, quando, al VII Congresso Internazionale di Psicoterapia di Gruppo di Copenaghen, Diego Napolitani presentò il suo modello teorico degli Universi Relazionali, con cui mise in luce il fondamento gruppale della mente a partire dalle presenze internalizzate, o gruppalità interne, costituitesi nelle relazioni originarie.
Nel 1982 l’AMAG convertì la propria ragione sociale in Società Gruppo-Analitica Italiana (SGAI), con sede nazionale a Milano e fu al contempo inaugurata a Milano la Scuola di formazione in gruppoanalisi (IGAM), a cui seguirono quelle di Roma (IGAR) e di Torino (IGAT).
Nel corso degli anni ’80/’90 l’elaborazione teorica di Diego Napolitani fu particolarmente ricca grazie all’approfondimento di autori appartenenti a diverse discipline. Per ricordarne qui solamente alcuni basta citare Gehlen, filosofo antropologo, da cui venne ripreso, come episteme fondativo, il concetto secondo cui la natura dell’uomo è la sua cultura; Edgar Morin, il cui studio aiutò ad approfondire il paradigma epistemologico della complessità; Maturana e Varela che aprirono le porte al campo della neurofenomenologia. Ma un incontro fondamentale fu quello con la filosofia cheprese una forma più strutturata con la collaborazione nei primi anni ‘80 con Gianni Vattimo, in seguito con Umberto Galimberti e infine con Federico Leoni. Dal 2004 il rincontro con la fenomenologia e, in particolare, con la Dasein- analyse di Ludwig Binswanger, portò a ridefinire l’indirizzo teorico-clinico della SGAI come gruppo-antropoanalisi.
Gli ultimi anni dell’attività di Diego Napolitani sono stati caratterizzati dall’organizzazione di convegni di particolare rilevanza:
- “Mente e complessità” (1999) con relatori esterni S. Benvenuto, G. Bocchi, S. Manghi, T. Pievani, S. Resnik, G. Varchetta, G.Vattimo.
- “Formazione alla responsabilità” – IV Congresso SGAI, (2006) M. Ceruti, A. Correale, S. Manghi, G. Varchetta,
- “Il farsi dell’uomo” (2010) , D. Agiman, R. Mulato, F. Remotti, G. Stanghellini,
- “Le stanze d’analisi” (2011) G. Kaufman, F. Lolli, M. Rossi Monti, C. Sini
Dopo la morte di Napolitani, nel 2013, la SGAI intraprende un percorso di riorganizzazione della vita istituzionale dell’associazione, nelle sue articolazioni strutturali e processuali, e parallelamente, dà avvio a un lavoro di elaborazione e di sistematizzazione del pensiero del suo fondatore. La ricerca gruppo-antropoanalitica viene portata avanti con particolare attenzione al tema del Linguaggio; la finalità è quella di definire e promuovere un approccio metodologico e una prassi coerenti con l’inevitabile divenire di un sistema teorico da sempre aperto al dialogo e alle fecondazioni da parte di ambiti disciplinari differenti così come agli stimoli provenienti dall’incontro con l’altro nella pratica clinica e formativa.
Lo slancio a ri-attualizzare e re-interrogare incessantemente le proprie matrici teoriche è testimoniato dalla recente riedizione, nel 2023, di Individualità e gruppalità (a cura di Elisabetta Sansone), testo fondativo della gruppoanalisi di Napolitani, attraverso cui si è cercato di mettere in connessione i fondamenti epistemologici e teorico-clinici del modello gruppo-antropoanalitico con i successivi, e ancora aperti, sviluppi della ricerca scientifica della SGAI. Per i prossimi anni è in previsione la pubblicazione di ulteriori contributi editoriali.
L. Biswanger, F. Napolitani
F. Napolitani, S. Foulkes
F. Fornari, P.F. Galli, D. Napolitani